1923-1927: i rimorchi hanno iniziato ad avere una targa solo nel 1923 e all'epoca questa era simile alle comuni targhe automobilistiche del periodo, con sfondo bianco e un numero in rosso per indicare la provincia seguito da un numero crescente in nero, e aveva una scritta "RIMORCHIO" in alto.
1927-1959: a partire dal 1927, con l'introduzione del nuovo sistema di targhe per le automobili, anche le targhe per rimorchio subirono un radicale cambiamento, diventando uguali, nell'aspetto, alle targhe automobilistiche: caratteri bianchi su sfondo nero. La scritta "RIMORCHIO" inizialmente era in alto con il numero e la sigla nella seconda riga (1927-1931), poi fu spostata in basso, sotto alla rima riga con la sigla della provincia e alla seconda con il numero; i caratteri di "RIMORCHIO" erano in corsivo tra il 1931 e il 1951 (fotografia numero 1) e in stampatello dal 1951 al 1959 (ma forse non in tutte le province); il punzone ufficiale era lo stesso utilizzato sulle targhe normali.
Foto 1: 1931 - 1949 |
Foto 2: 1949 - 1959 |
1959-1985: nel 1959 il sistema di targhe cambiò ancora in modo radicale e per ogni rimorchio divennero obbligatorie due targhe: la prima era una ripetitrice del mezzo traente, con l'aggiunta della lettera "R" sopra il sigillo della repubblica (fotografia numero 3), mentre la seconda era posizionata sul lato destro del rimorchio ed era composta di una sola riga, con il numero di immatricolazione del rimorchio sovrastato dalla scritta "RIMORCHIO", il sigillo della repubblica e la sigla della provincia (fotografia numero 4). Poiché spesso lo stesso rimorchio era utilizzato con più motrici, la targa ripetitrice veniva costruita artigianalmente per permettere sostituzioni più comode. È possibile vederne un esempio nella fotografia numero 6: lo stile della targa è quello francese e la sigla in rosso imita, in qualche modo, l'arancione utilizzato sulle targhe delle automobili del periodo. In ogni caso la varietà di targhe prodotte artigianalmente per i rimorchi è molto ampia e questo mostrato è solo un possibile esempio che mette in evidenza quanto queste targhe potevano essere "strane".
Foto 3: 1959 - 1985 (ripetitrice) |
Foto 4: 1959 - 1985 (laterale) Foto 5: Aosta (1959 - 1985) Foto 6: ripetitrice "artigianale" (1976 - 1985) |
1985-1994: nel 1985, esattamente come per le targhe normali per auto, si ebbe un cambiamento sostanziale nell'aspetto, anche se la numerazione restò immutata. La targa laterale diventò a sfondo bianco e con la scritta "RIMORCHIO" in rosso (fotografia numero 7). La targa ripetitrice diventò gialla, con solo una R in rosso al posto del sigillo della repubblica e componibile in una o due righe con due pezzi separati. Inoltre veniva consegnata "vuota" e doveva poi essere riempita con degli adesivi dal proprietario copiando quella della motrice (fotografie numero 8 e 9). Si tornò, infine, all'uso del metallo per la fabbricazione, dopo che nel 1963 si era passati alla plastica.
Foto 7: 1985 - 1994 (laterale) |
Foto 8: 1985 - 1994 (ripetitrice) |
Foto 9: 1985 - 1994 (ripetitrice)
1994-Oggi: le ultime novità sono state introdotte nel 1994: la targa propria del rimorchio, prima posta lateralmente, è stata spostata sul retro, affianco alla ripetitrice e, come per tutte le targhe italiane, è sparita la sigla della provincia, assumendo quindi il formato AA 00000 (fotografia numero 10). Analogamente la sigla della provincia è scomparsa anche dalle targhe delle motrici e, conseguentemente, dalle loro ripetitrici (fotografia numero 11).
Foto 10: 1994 - Oggi (rimorchio) |
Foto 11: 1994 - Oggi (ripetitrice) |
Aosta ha il suo tipico stemma (vedi le targhe per auto di Aosta) anche sulle targhe dei rimorchi: è possibile vederne un esempio, relativo al periodo tra il 1959 e il 1985, nella fotografia numero 5.
È possibile trovare su questo sito web anche altre fotografie di targhe da rimorchio: quelle per veicoli agricoli, quelle storiche del Regio Esercito, quelle dell'Esercito Italiano, quelle della Guardia di Finanza e quelle della Marina Militare.
Moltissimi ringraziamenti a Alessandro Libanore per le fotografia 1 e 3, a Marcello Taverna per le fotografie 4 e 7, a Paolo Troncatti per la fotografia numero 5, a Louis Fierens per la fotografia numero 6, a Roy Klotz per la fotografia 9, e a Guglielmo Evangelista per la sua dettagliata spiegazione sull'argomento.