Nel 1937, alla fine della guerra d'Etiopia, fu costituito il Corpo della Polizia Coloniale con lo scopo di svolgere le funzioni di Polizia nelle colonie africane (Libia, Etiopia e Somalia) ed iniziò ad avere targhe proprie a partire dal Marzo 1938. La prima fotografia, anche se purtroppo non è affatto chiara, mostra una targa utilizzata su questi veicoli: c'era la scritta "Polizia Coloniale" su due righe di colore azzurro a sinistra seguita da un numero in nero.
Foto 1: 1936-1939
Successivamente, quando nel 1938 le province della Libia divennero territorio metropolitano, la denominazione del Corpo fu sostituita e, a partire dal 1939, divenne "Corpo di Polizia dell'Africa Italiana", più comunemente detto P.A.I. Disponeva di autoblindi, carri armati leggeri, motocicli, mototricicli e autovetture, per un totale di oltre 1.000 veicoli ed altrettante motociclette. Alla caduta dell'impero italiano, le forze P.A.I. furono trasferite a Roma con compiti di ordine pubblico fino alla liberazione della città nel giugno del 1944: il corpo fu quindi sciolto e i veicoli assorbiti dalla polizia.
Nella seconda fotografia è possibile vedere una targa P.A.I., con la scritta sulla prima riga (inizialmente le lettere P.A.I. erano azzurre, ma dopo un solo mese diventarono rosse) ed un numero di 4 cifre in nero sulla seconda. È possibile trovare una foto completa del mezzo da cui è tratta questa targa nella pagina delle foto antiche (fotografia 10).
La terza fotografia mostra, invece, una targa anteriore per motocicletta, montata sul parafango anteriore come già accadeva per la moto del Regio Esercito (PAI 001011).
Foto 2: 1939-1944 |
Foto 3: 1939-1944 (motocicletta) |
Esisteva anche un'altra targa in cui appariva per esteso la scritta "Polizia Africa Italiana" posta sopra al numero, con tutti i caratteri in rosso, come mostrato nell'ultima fotografia, ma non conosco la differenza rispetto al tipo precedente che, comunque, era assai più diffusa.
Foto 4: Polizia Africa Italiana
Le prime tre fotografie sono tratte dal libro "P.A.I. Polizia dell'Africa Italiana" di Raffaele Girlando, mentre la quarta fotografia mi è stata gentilmente inviata da Ernesto Vitetti. Devo, inoltre, ringraziare moltissimo Roberto Pola per avermele segnalate ed inviate, oltre che per avermi fornito alcuni dettagli sulla breve storia della P.A.I e Paolo Mazzini per il suo contributo sulla storia della Polizia Coloniale.