Targhe di prova

Le targhe di prova sono utilizzate per prove tecniche o collaudi, ma spesso anche dai rivenditori di auto per permettere ai clienti di provare le macchine senza pagare tasse o l'assicurazione: in tal caso, a volte, sono usate anche in combinazione con una targa italiana normale già presente sul veicolo. È possibile incontrare targhe di prova molto vecchie anche su veicoli nuovissimi, dal momento che la stessa targa può essere riutilizzata a piacimento.

Fino al 1933: fino al 1909 non era richiesta nessuna targa di prova e le primissime targhe di prova, introdotte nel 1909, erano triangolari con il numero di provincia (vedi tavola) seguito da un numero crescente su sfondo bianco (fotografia numero 1). Avevano durata di un anno e restarono immutate fino al 1927. In seguito furono introdotte, come nelle targhe per auto, le sigle alfabetiche di provincia (vedi tavola), inserite subito dopo il numero e si passò ai caratteri bianchi su sfondo nero; sulla targa era anche presenta il simbolo del fascio (fotografia numero 2). È possibile trovare anche un'altra fotografia di una targa di prova di questo periodo nella pagina delle foto antiche (foto numero 14). Solo nel 1933 le targhe di prova assunsero la forma rettangolare propria di tutte le targhe italiane.

1933-1975: la terza e la quarta fotografia mostrano le targhe di prova emesse tra il 1933 e il 1975: la differenza tra le due è che nella prima la sigla di provenienza e il numero sono disposte su due righe differenti per un totale di tre righe, mentre nella seconda sono sulla stessa linea. Come si può vedere nelle foto le targhe di prova erano nere con la scritta PROVA in rosso e il formato utilizzato era AA 0000, dove le prime due lettere costituivano la sigla di provenienza (vedi tavola) e il numero era al più di quattro cifre, ma senza zeri iniziali. A partire dal 1963, come tutte le targhe italiane, anche le targhe di prova diventarono di plastica.

Targa di prova
Foto 1: 1909 - 1927
Targa di prova
Foto 2: 1927 - 1933
Targa di prova
Foto 3: 1933 - 1959
Targa di prova
Foto 4: 1959 - 1975

1975-1982: le targhe di prova emesse tra il 1975 e il 1982 avevano lo stesso formato, ma la scritta PROVA era stampata per storto in verticale, in mezzo alla targa, come si può vedere nella quinta fotografia.

Targa di prova
Foto 5: 1975 - 1982

1982-1994: nel 1982 è radicalmente cambiato l'aspetto delle targhe di prova, ma non il loro formato, come si può vedere nella sesta fotografia. Lo sfondo è bianco riflettente e c'è una piccola "P" verde (sta per "Prova") insieme allo stemma della repubblica italiana: la posizione della "P" verde può cambiare e in alcuni casi è sopra al sigillo, mentre in altri è sotto.

Targa di prova
Foto 6: 1982 - 1994

1994-2003: nel 1994, invece, è cambiata la numerazione (come per tutte le targhe italiane), ma non l'aspetto, come si può vedere nella settima fotografia. Il formato è ancora AA 0000, ma ora le due lettere sono assolutamente seriali e, come si può vedere, gli zeri iniziali sono tenuti.

Targa di prova
Foto 7: 1994 - 2003

2003-Oggi: nel 2003 è stata introdotta una targa di prova completamente nuova, di formato unico per ogni tipo di mezzo (automobili, motociclette, rimorchi, macchine agricole). Sulla prima riga compare la lettera "X" seguita da due numeri con una "P" più piccola in mezzo; sulla seconda riga sono presenti 4 numeri. Tutti i caratteri sono neri su sfondo bianco (fotografia numero 8). Inoltre, per la prima volta, queste targhe non sono prodotte solo dalla Motorizzazione, ma anche da altre agenzie autorizzate: queste sono completamente personalizzabili in tutti i caratteri con l'eccezione della "P" piccola (fotografia numero 9).

Targa di prova
Foto 8: 2003 - Oggi
Targa di prova
Foto 9: 2003 - Oggi

In Italia non esistono targhe di prova anteriori, ma è possibile vederne qualcuna fatta a mano: in proposito si può trovare un esempio davvero molto interessante di questo nella pagina delle foto antiche (foto numero 15).

È possibile trovare sul sito anche fotografie di targhe di prova per motociclette, per macchine agricole e per per macchine operatrici, oltre a quella usata nel Territorio Libero di Trieste dopo la seconda guerra mondiale.

Voglio ringraziare moltissimo Guglielmo Evangelista per la prima di queste fotografie e per le sue spiegazioni sull'argomento, Gino Pisanelli per la terza, Alessandro Libanore per la quarta e per la quinta, e Paolo Tosato per le fotografia numero 8. La seconda fotografia è tratta dal sito web TorpedoBlu da un articolo di Adolfo Verbena.




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